Omelia V di Quaresima anno c

VEDERE OLTRE

Is 43,16-21

Sal 125

 Fil 3,8-14

Gv 8,1-11


In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.

Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.

Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

C’è una frase del profeta Isaia, a cui sono molto legato, che abbiamo appena ascoltato ‘Ecco, io faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia…non ve ne accorgete?’ è un a frase che si incastona perfettamente in questo tempo di primavera dove tutto germoglia, tutto prende vita, ogni fiore, ogni albero, tutto dopo il sonno lungo dell’inverno comincia a vivere.  Non rinasce solo la natura, anche noi in qualche modo ogni giorno rinasciamo. Forse ce ne accorgiamo di meno ma ce lo raccontano gli scienziati, i miliardi di cellule che abbiamo ogni giorno muoiono e rinascono e dopo qualche giorno siamo completamente nuovi, anche se sembriamo sempre gli stessi. E se tutto rinasce, così rinasciamo anche noi. Bisogna avere la cura e l’attenzione di guardare i piccoli segni di cambiamento perché sono piccoli i germogli, molto piccoli come sono piccoli tante volte i nostri cambiamenti.

Queste domeniche di quaresima ci hanno regalato pagine bellissime in cui la parola comune è misericordia: la misericordia di Dio, l’amore, l’attenzione alle persone ferite, quelle che di solito anche noi siamo pronti ad accusare e contro cui puntare il dito. Ricordate domenica scorsa la parabola mirabile del Padre buono e dei due figlioli. La settimana prima quell’albero che non portava frutto ma che Gesù prova a curare ancora per un anno per vedere se dandogli ancora più cura riuscirà a farlo rivivere. E oggi questo episodio che conosciamo a memoria, questa frase così lapidaria di Gesù che rimane lì incastrata nella mente per sempre. La domanda di questi scribi è veramente terribile ‘ha sbagliato questa donna, la uccidiamo?’ Succede ancora così anche se non fisicamente, ci sono tanti modi per uccidere le persone, basta puntare il dito e far finta che l’altro non esista. Ognuno provi un po’ a guardare nel proprio cuore quante volte ha provato in qualche modo a togliere la vita a qualcuno. Oggi una scelta si pone: o nelle tue mani tieni i sassi o le tue mani le apri, non c’è una via di mezzo, o…o così ci dice Gesù. Quante volte anche noi Chiesa abbiamo giudicato e abbiamo separato l’uomo da Dio perché abbiamo giudicato noi al posto di Dio, perché questo è il vero problema: solo Dio può giudicare. Gesù è delizioso in questa pagina di vangelo, di fronte alla provocazione di questi uomini che sono pronti con le loro pietre a rendere giustizia alla loro giustizia, Gesù si china, si inchina. Pensate un po’ che gesto onorevole, di attenzione. Si inchina perché credo voglia rendere veramente questa immagine plastica e inchinarsi di fronte a questa donna, perché chi giudica guarda sempre dall’alto in basso, chi invece non giudica fa l’inverso, sta sotto, si inchina, si inginocchia. Non c’è in un’intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi…così scriveva Luigi Pintor, una frase che ha un valore assoluto perché è scritta da una persona che si dichiara atea. Tante volte sono più loro a insegnarci, anche nei vangeli di queste domeniche abbiamo imparato a conoscere chi invece appunto crede di star sempre dentro nelle regole come il figlio settimana scorsa, questi scribi e farisei che sono pronti a eseguire la legge. Quanto sarebbe invece importante anche noi fare come Gesù ogni tanto, inchinarci magari imparando dai nostri amici orientali che quando si incontrano, congiungono le mani e si inchinano uno di fronte all’altro dicendo namastè, il Dio che ho dentro di me onora il Dio che è dentro di te. Impariamo perché il rischio di diventare giudicanti è troppo alto e a questo rischio così quotidiano nessuno scappa. Chi giudica divide tutti in buoni e cattivi, chi cerca sempre di tenere unito tutto, Gesù cerca di salvare tutto, cerca sempre di costruire ponti mai di mettere muri tra le persone. Sembra oggi dirci Gesù ‘attento che è peggio giudicare gli altri che essere adulteri, che ne sai tu?’ Non stiamo a valutare quali sono i peccati peggiori, non sta a noi, sta a noi provare almeno a imparare questa cosa: distinguere il peccato dal peccatore, in qualche modo comprendere che noi non possiamo mai giudicare nessuno perché non sappiamo chi è l’altro, per cui se uno sbaglia certo va aiutato a comprendere il proprio sbaglio, ma non puntiamo mai il dito, ne va della nostra vita soprattutto. Se vogliamo poi usare il dito, facciamo come Gesù, ci inchiniamo e iniziamo a scrivere per terra nella sabbia, chissà cosa ha scritto quest’uomo quel giorno…a me piace pensare che Gesù abbia fatto in qualche modo come Dio nel giorno della creazione in cui prese un po’ di terra e ci soffiò dentro il suo spirito per ridare vita. Lui aveva bisogno di ridare vita a questa donna davanti a lui e allora in qualche modo col dito sta ridisegnando l’esistenza di questa donna, mi piace pensare che queste potessero essere le sue parole interiori ‘Ragazza, d’ora in avanti puoi essere migliore, puoi essere diversa, tu puoi e allora smetti di sbagliare perché ogni volta che sbagli ti esponi alle mediocrità, all’insicurezza, addirittura al rischio della vita in qualche caso. Puoi essere molto meglio di quello che forse sei stata finora. Forse hai sbagliato, non hai capito tante cose ma quanto può essere prezioso cogliere meglio la tua femminilità, il tuo essere donna. Tu puoi essere qualcosa di più, qualcosa di meglio’.

O forse Gesù non sta disegnando niente su questa sabbia, ci sta solo dicendo ‘nella sabbia qualsiasi cosa si perde e allora anche tu impara le tue sentenze a farle cadere nella sabbia, basterà un po’ di vento della sera a cancellare tutto’ Quante volte abbiamo perso qualcosa nella sabbia a e mai più ritrovata perché la sabbia cancella, ingoia. Sappiamo che per Gesù ogni persona che si trova dinnanzi è una persona unica, speciale, da aiutare a ritrovare la propria vita, la propria strada. Gli occhi di Gesù sono quelli che sanno vedere oltre, è da lui che dobbiamo imparare ad essere sempre un po’ oltre, un po’ meglio dentro. Oltre e dentro le persone tante volte c’è tanta fatica, tanta sofferenza, tante difficoltà, per cui anche noi provare un po’ a riscrivere dentro la nostra storia occasioni per aiutare gli altri a salvarsi. E poi questo finale in cui abbiamo solo Gesù e questa donna e tutti gli altri sono spariti fino all’ultimo ovviamente. Donna…Gesù non chiama molte volte le persone con ‘donna’ , una volta lo farà con sua madre sotto la croce, ‘donna, avrai pure sbagliato nella vita come tutti sbagliano ma io da oggi voglio credere in te, voglio fidarmi di te, so che c’è ben altro dentro la tua vita, dentro queste apparenze’ e Gesù cosa fa? Punta tutto su una cosa sola, sul futuro, sulla fiducia ‘d’ora in poi tu potrai farcela ad essere nuova e diversa’. Sembra che Gesù prenda in prestito le parole che abbiamo ascoltato di San Paolo ‘dimentica il passato, protenditi verso il futuro, corri verso la meta che è Dio che è amore’ In effetti Gesù di fronte a questa donna né assolve né condanna, è libero, l’unico suo intento è di liberare il futuro di questa donna e non tenerlo chiuso in questa gabbia in cui si trova. A lui non interessa cambiare il passato di questa donna, gli interessa cambiarle il futuro, proporgliene uno nuovo, infatti a questa donna non chiede di confessare il suo peccato, di pentirsi ma a lui interessa sapere che questa donna possa avere un futuro migliore e per puntare sul futuro c’è una sola possibilità. Per Gesù il bene possibile di domani è molto meglio di tutto il tuo passato sbagliato. C’è un’altra frase di San Paolo che sta lì incastonata come quella di oggi ‘Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia’ che portata questa frase come a dirci che il punto di partenza di ogni conversione non è la nostra volontà o i nostri sforzi, certamente poi serviranno, ma per prima cosa bisogna sperimentare un amore gratuito, perdono gratuito, mai il dito puntato addosso è servito ma invece sono sempre servite due braccia che si aprono e accolgono, perché io ho visto solo uomini e donne liberati capaci di liberare a loro volta. E allora quest’ultima immagine da portarsi nel cuore…che ognuno di voi possa incontrare nella vita come Gesù quel giorno persone che sempre sanno guardare oltre, sanno guardarti dentro, sanno rialzarti. Ma poi ancora più importante che ognuno di noi possa diventare quegli occhi capaci di incontrare, di andare oltre, di rialzare e ricominciare.

                                                                                                 Giorgio